Corte Michelangelo - Albino (BG)

Anno di realizzazione: 2011
Committenza: Finquattro s.r.l.
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Il Progetto

Nella primavera 2005 la Finquattro s.r.l. affida allo studio degli architetti Miriam Cortinovis e Norberto Perolari l’incarico per la progettazione architettonica e urbanistica dell’area adiacente alla chiesa della Madonna del Pianto di Albino, individuata dal PRG, a quel tempo in vigore, come Piano Norma 25 e Piano Norma 26. Si trattava di dare forma ad uno schema planimetrico ad “elle” “figlio” dei citati Piani Norma (schema condiviso nella sostanza anche dallo studio degli architetti incaricati della progettazione) e con l’onere ulteriore di ricomporre architettonicamente l’intelaiatura strutturale di un edificio esistente, a due piani, nato per assumere la forma di un semplice parallelepipedo a vocazione artigianale.

Il tema progettuale diventava a quel punto quello di ridisegnare il contesto della chiesa della Madonna del Pianto, allora “soffocata” dalla viabilità e dalle infrastrutture circostanti (cabina ENEL, cavi aerei, serre, ecc.), in modo da restituire a quest’ultima il ruolo che le competeva attraverso la figurazione di un grande spazio urbano in grado di assumere l’identità di una nuova piazza. L’area della nuova piazza veniva così “disegnata” e definita trovando nell’interazione delle linee direttrici dei tre volumi principali (nuovi edifici e chiesa) la necessaria “dimensione”, finalizzata al conferimento della piena percezione e lettura del nuovo spazio urbano. La proposta progettuale prevedeva conseguentemente una serie di connessioni con il tessuto urbano esistente, tali da inserire la nuova piazza in un percorso pedonale capace di conferire al luogo una nuova vitalità.

Per finalizzare al meglio l’idea architettonica, in variante a quanto indicato nei piani norma sopra indicati, veniva chiesto ed ottenuto un aumento volumetrico da “distribuire” sui due edifici in particolare sulla stecca parallela alla via Provinciale che, oltre ad avere una maggiore impronta planimetrica, veniva sopraelevata di un piano; quest’ultimo, in arretramento al fronte principale, veniva inserito in un contesto di ampi terrazzi. Inoltre, al fine di conferire un senso di appartenenza alla piazza dei nuovi edifici venivano previsti, al piano primo, dei volumi fortemente aggettanti verso lo spazio pubblico dando così luogo ad un ampio spazio coperto a protezione dei percorsi pedonali esterni agli esercizi commerciali del piano terra. Detti corpi aggettanti, non definibili propriamente come volumi urbanistici, negli intenti progettuali venivano ideati senza che assumessero la connotazione di balconi nel senso tradizionale bensì quella di elementi architettonici compositivi di facciata.

Il disegno della pavimentazione della piazza, originato anch’esso dalle linee direttrici dei due nuovi volumi principali, era basato sulla ripetizione di un modulo rettangolare-romboidale che generava una seconda serie di elementi quadrangolari sulla linea di cerniera parallela alla facciata della chiesa della Madonna del Pianto. Per la pavimentazione si utilizzarono elementi lapidei a lastre e a cubetti, nello specifico quarziti e graniti, nelle tonalità del grigio in assonanza con l’ingresso della via Mazzini che costituisce l’asse storico della cittadina di Albino.

Dal punto di vista viabilistico interno venne previsto un percorso ad elle, ad un unico senso di marcia, sul retro dei nuovi edifici con unico accesso dalla via Provinciale (nel punto di maggior distanza dalla prevista nuova rotatoria) ed uscita su via del Pianto. Nell’interrato, al di sotto degli edifici e della piazza, furono realizzate autorimesse private e parcheggi ad uso pubblico a supporto delle attività commerciali.